Dallo scorso settembre è in atto un’eruzione vulcanica definita dagli esperti stromboliana, proprio a sottolineare la violenza con la quale si sta abbattendo sull’isola di La Palma, uno dei centri più importanti del complesso delle Canarie.
Sono due mesi che progressivamente la popolazione è obbligata a lasciare le proprie abitazioni e recarsi altrove, colpita principalmente dalle esalazioni di magma e soprattutto cenere che provengono dal cratere del vulcano.
Si tratta di sostanze altamente tossiche e irrespirabili, che hanno generato una mole di più di 5000 sfollati in cerca di riparo e di aiuto dal governo centrale.
Lo stato di emergenza che è stato messo in atto non ha impedito alla nube nera di ricoprire parte della città, rendendo quasi irriconoscibile un paesaggio che ormai si caratterizza per varie sfumature di grigio.
Ad essere danneggiato è stato anche l’osservatorio del Roque, un moderno complesso dal quale si compiono ogni giorno le più importanti osservazioni astrofisiche.
La lente principale di osservazione è stata ricoperta del tutto dalla cenere e dai detriti, richiedendo una chiusura immediata della struttura per non incappare in guai peggiori.
Se le conseguenze dirette sull’isola di Palma erano tristemente prevedibili, quali sono e saranno le ripercussioni sulla vicina Tenerife, meta del turismo estivo e autunnale che da poco stava iniziando una progressiva ripresa dopo la crisi generata dal COVID?
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa accade al territorio limitrofo a seguito di questa catastrofe naturale e quali sono le previsioni a breve e medio termine circa un ripristino totale della normalità.

Le ripercussioni per il turismo

In linea d’aria la distanza via mare tra La Palma e Tenerife è davvero ridotta e si configura attorno ai 300 chilometri scarsi.
In Europa la notizia dell’eruzione del vulcano Cumbre Vieja è giunta forte e chiara, con numerosi notiziari che hanno mostrato a lungo le incredibili immagini della lava e della cenere che colpisce la città.
L’autunno è un periodo ancora molto intenso e ricco per quello che riguarda il turismo delle Canarie, favorito da un clima che si mantiene mite e piacevole anche a ridosso dell’inverno.
Davvero ingente è stato quindi il danno economico che ha colpito il luogo del disastro, che tuttavia si è riversato a cascata su ognuna delle realtà vicine.
Molte delle prenotazioni previste per i mesi successivi a Tenerife sono state cancellate per il timore che la situazione potesse peggiorare o in ogni modo inficiare la vacanza.
Il vero problema è infatti la possibilità che la nube tossica si faccia ancora più ingente e renda irrespirabile l’aria non solo in prossimità del cratere ma anche nel territorio circostante.
Nessuno, pertanto, vorrebbe trascorrere una settimana di meritato riposo con il rischio di contrarre problemi respiratori riscontrabili poi nel medio e lungo termine, pertanto si è preferito rimandare il piacevole soggiorno a un momento più propizio.
La conseguenza peggiore dell’eruzione del vulcano si La Palma su Tenerife è stata pertanto il contraccolpo su un turismo in ripresa, proprio in un periodo stagionale in cui le Canarie vanno per la maggiore in questa area del pianeta.

Il problema degli sfollati

Come accade per la maggior parte delle catastrofi naturali che colpiscono improvvisamente un luogo, una delle ripercussioni peggiori è quella degli sfollati che si trovano senza abitazione e mezzi di sostentamento.
Persone fino a quel momento sicure della propria esistenza perdono i loro averi e si ritrovano a dover ricominciare da zero senza nemmeno averlo previsto.
Pertanto, il rischio concreto è che molti di questi sfortunati individui si riversino nelle aree circostanti e scelgano proprio Tenerife come luogo in cui scappare.
L’isola non è pronta ad accogliere una mole di gente così importante e questo aspetto potrebbe provocare problemi legati alla gestione delle risorse.
L’auspicio è che la situazione si risolva in tempi brevi e che sia possibile permettere agli sfollati di fare ritorno presso le proprie abitazioni, laddove queste non siano eccessivamente danneggiate e la cenere smetta di cadere copiosa e ricoprire con la sua coltre ogni genere di superficie possibile.

L’impatto ambientale

L’eruzione di un vulcano come quello del complesso di Cumbre Vieja non genera problematiche solo nell’immediato e a causa della lava che fuoriesce.
La conseguenza secondaria da affrontare, probabilmente ancora più grave, è quella della cenere che continua incessante a cadere sulle case e su tutto il territorio, rendendo di fatto la città impraticabile.
Ad essere danneggiate non sono solo le abitazioni, al momento inaccessibili, ma anche tutte le coltivazioni all’aperto che non hanno possibilità di essere preservate in alcun modo.
Questo genere di inquinamento nocivo tende a depositarsi anche nelle acque e nella falda acquifera, pregiudicando una delle risorse più importanti del pianeta.
L’aspetto da considerare con grande attenzione è che ad essere soggetta al fenomeno non è solo l’isola interessata di La Palma, ma anche tutta la zona circostante, compresa Tenerife che si trova poco lontano dal luogo incriminato.
Nel corso dei giorni è stato possibile toccare le conseguenze con mano e vedere come la nube si sia spostata velocemente grazie all’azione del venti, che spirano molto potenti in quella zona della Spagna.
Meta privilegiata dei surfisti, questa volta l’aria non è a favore del luogo e diffonde particelle decisamente dannose per l’ambiente circostante.

Il problema della nube tossica

Oltre a rendere inagibile gran parte della città e del territorio, la nube che ancora oggi si alza dal complesso di Cumbre Vieja si rivela profondamente nociva per l’essere umano, compromettendo nel breve, medio e lungo termine le capacità respiratorie di ognuno.
Per questo motivo il governo consiglia di trascorrere solo lo stretto necessario fuori da casa e mantenere sempre le finestre chiuse, per evitare di respirare continuamente elementi che nel tempo potrebbero rivelarsi deleteri.
Seppure in misura ridotta, un impatto di questo genere è stato avvertito anche nella vicina Tenerife, dove la popolazione teme per la propria salute e contemporaneamente per il calo del turismo che si sta progressivamente verificando.
Se inizialmente l’eruzione era uno spettacolo al quale assistere da lontano con meraviglia, ora si sono apprese le sue conseguenze sulla salute, sulla natura e sull’economia e pertanto l’effetto sorpresa si è attenuato, lasciando solo spiacevoli conseguenze, come quella dell’oscuramento del centro astrofisico del Roque, costretto a sospendere il proprio importante lavoro di ricerca a causa della cenere che impedisce una corretta visuale e soprattutto potrebbe danneggiare in modo importante i macchinari.

Questo è il quadro attuale della situazione vigente alle Canarie, che speriamo possa avviarsi verso la strada della risoluzione se sono il vulcano sospendesse la propria attività evidente.
Certamente il ritorno alla normalità a livello economico e ambientale sarà lungo e tortuoso, poiché le conseguenze sul turismo e la salute saranno presenti ancora per diverso tempo a venire.
Purtroppo non è ancora possibile fare previsioni troppo a lungo termine senza prima sapere con certezza quando la natura cesserà la sua furia.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.